Bench at Dawn

Un viandante, quale è il genere umano sulla terra, trova riposo fermandosi su una panchina, magari inaspettata. Su di essa, trova ristoro dalla fatica del viaggio. Può incontrare altri viandanti con cui confrontarsi attraverso sguardi, gesti, parole scambi di pensieri e oggetti, o può semplicemente fermarsi in silenzio a riflettere guardando il bello intorno a lui.

Ecco quindi la nascita della proposta di realizzare una panchina in solida pietra, come le antiche panchine dei viandanti. Concepita per essere posizionata davanti a luoghi di particolare bellezza, siano essi opere della natura o opere artistiche degli uomini, di cui l’Italia è particolarmente ricca.

Una panchina arricchita da simbologie che rimandano al viaggio dell’uomo sul pianeta terra e di come le sue impronte possano o meno contribuire a rendere migliore il pianeta.

Un punto di riposo che ispira alla riflessione e alla scoperta di poter essere parte del buon cambiamento e che permetta anche di poter passare ad una azione immediata.

Come si traduce in concreto il fermarsi durante un viaggio?

Fermarsi davanti alla bellezza della Natura significa dialogare con la perfezione. L’Uomo Vitruviano di Da Vinci può essere visto come il tentativo dell’essere umano di creare questo dialogo. Abbiamo immaginato una panchina come un’unione tra materiale naturale e artificiale dalle proporzioni che assecondino questa ricerca della perfezione.